GayExpo 2015

Un osservatorio sull'Expo 2015 e un luogo di proposte mirate al mondo Lgbtq in occasione dell'Expo.

Tutti i Comuni italiani con Milano per l'Expo.

Written by Redazione on 21:39

Siglato a Roma l'accordo di collaborazione con l'Anci per i prossimi 5 anni. Tra gli obiettivi, la creazione di un network delle qualità alimentari e un progetto sociale con opportunità di lavoro.
(Il Corriere della Sera) Tutti i Comuni italiani si schierano al fianco di Milano, sede dell'Expo 2015. È quanto sancito dall'accordo di collaborazione per i prossimi 5 anni tra Anci e Comune di Milano, firmato oggi a Roma dal presidente dell'Anci e sindaco di Firenze Leonardo Domenici e dal sindaco di Milano Letizia Moratti. Tale protocollo mira a stabilire una piena collaborazione tra i 7 mila Comuni italiani che aderiscono all'Anci e la città di Milano, che ospiterà l'Esposizione universale.
GLI OBIETTIVI - Ecco in sintesi gli obiettivi dell'accordo, illustrati dal presidente Domenici. Prima di tutto agevolare il processo di relazioni interistituzionali, al fine di semplificare le procedure, ridurre i tempi di esecuzione e migliorare i risultati. Inoltre, mettere al servizio di Expo 2015 il patrimonio di esperienze accumulato dall'Anci nella realizzazione di grandi eventi; moltiplicare l'effetto leva di Expo 2015 per l'insieme dei Comuni italiani, mettendo a sistema il grande patrimonio alimentare e di identità territoriale del nostro Paese.
ALIMENTAZIONE E AMBIENTE - Le iniziative che vedranno l'Anci impegnata nell'ambito dell'Expo 2015 e che sono elencate nel protocollo d'intesa sono molte e all'insegna dell'universo dell'alimentazione e dell'ambiente, temi centrali dell'esposizione universale milanese. Tra le tante, la creazione di un «network delle qualità alimentari» per promuovere l'identità culturale ed eno-gastronomica dei nostri territori, puntando soprattutto sulla qualità.
PROGETTO SOCIALE - L'Anci si impegna inoltre a promuovere «progetti di cooperazione decentrata» monitorati e coordinati da una sede istituita ad hoc, e a contribuire alla definizione del cosiddetto «Progetto sociale dell'Expo», un piano che mira al coinvolgimento nell'evento di migliaia di volontari e a fare di esso un'opportunità di lavoro per le persone svantaggiate. La collaborazione tra l'associazione dei Comuni italiani e la città di Milano prevede poi la partecipazione reciproca ai rispettivi appuntamenti annuali e un'azione concertata per tutto ciò che all'Expo gira intorno, dalla comunicazione internazionale alle relazioni istituzionali.
MILLENNIUM GOALS - Il sindaco Moratti ha posto l'accento sull'impegno di tutti «per il raggiungimento di alcuni degli «Obiettivi di Sviluppo del Millennio» (Millennium Development Goals) fissati dalle Nazioni Unite con scadenza appunto nel 2015. Tra tutti, il sindaco di Milano ha sottolineato, definendolo «prioritario», ma anche «difficile da raggiungere», l'obiettivo di sradicare la fame e la povertà nel mondo.
INDOTTO TURISTICO - Letizia Moratti ha poi evidenziato come l'Expo rappresenti «un'occasione di sviluppo economico e del turismo per il nostro Paese». «La Camera di Commercio di Monza - ha detto la Moratti - ha stimato che l'Esposizione Universale, un evento che durerà sei mesi e per il quale sono previsti 14 miliardi di euro di investimenti, dovrebbe produrre 44 miliardi di fatturato aggiuntivo». Le previsioni sull'indotto turistico che l'Expo sarà in grado di attivare su tutto il territorio italiano vedono al primo posto Roma, con 540 milioni; seguono Venezia con 421, Firenze con 223, Napoli con 114 e Verona con 136.

Milano, l’Expo 2015 per “sostenere la sostenibilità”.

Written by Redazione on 21:32

(Sfera pubblica) La gioia per l’assegnazione dell’Expo 2015 si è ovviamente assopita per lasciare spazio alla fase esecutiva, che prevede l’organizzazione concreta dell’Expo 2015 a Milano. Sotto il profilo dell’immagine del capoluogo lombardo, comunque, la vittoria sull’altra candidata (Smirne) ha rappresentato un importante riconoscimento internazionale, accresciuto dagli attestati di stima giunti da prestigiosi esponenti della politica mondiale, come il Premio Nobel Al Gore.

Tema. Le esposizioni universali sono incentrate su uno specifico argomento, per il quale vengono allestiti i padiglioni, visitati dalle delegazioni di tutti i Paesi nel corso della manifestazione. Milano ha scelto un tema che finisce per diventare uno slogan perfetto: “Feeding the planet, energy for life”, ossia nutrire il pianeta, energia per la vita. L’intenzione è di veicolare un forte messaggio ecosostenibile, partendo dalla produzione di alimenti nel rispetto del sistema ambientale. Peraltro la città meneghina si trasforma in un simbolo della sfida per il futuro: la capitale dell’economia italiana, che forgia la sua capacità produttiva sull’industria, vuole fornire una nuova immagine, meno caliginosa e decisamente più verde.

Coinvolgimento. Il logo e l’inno ufficiale saranno presentati nel 2010. Tuttavia, il marchio prescelto per la candidatura di Milano all’Expo 2015 indica la strategia comunicativa preferita dagli organizzare: il claim “Io Expo... e tu?” punta con chiarezza sulla volontà di coinvolgimento dei cittadini. Peraltro, qualsiasi progetto di sostenibilità deve partire da una campagna di sensibilizzazione delle persone comuni, affinché le amministrazioni possano avviare percorsi ambientalisti, che talvolta comportano delle modifiche allo stile di vita quotidiano. Insomma, la comunicazione dell’Expo milanese segue una tecnica “unificante” per far sentire tutti protagonisti attivi nella battaglia per “nutrire il pianeta”.

Expo, mancano 2,5 miliardi: dopo Alitalia altra grana per Berlusconi.

Written by Redazione on 21:27

Spunta un buco nella copertura finanziaria di 10 opere su 17. Venerdì il dossier sul tavolo del Presidente del Consiglio.
(Cronaca qui) Un giorno, due ministri e una città. Milano sembra tornata di colpo al centro degli interessi nazionali dopo l’interludio del cambio di governo. Dopo Roberto Maroni per la partita sulla sicurezza, ieri in città sono arrivati contemporaneamente il ministro dei Trasporti Altero Matteoli e quello di Grazia e Giustizia Angelino Alfano. Hanno incontrato le massime istituzioni locali: il sindaco Moratti e i presidenti Formigoni e Penati.
Matteoli a esprimere l’impegno dell’esecutivo sul fronte di Expo 2015 nel campo delle opere, Alfano per imprimere nuova linfa la progetto della Cittadella della Giustizia su cui Milano scommette proprio per l’anno dell’esposizione.

PARTITA DOPPIA
Due partite delicatissime e cruciali per il futuro di Milano che non sono esenti da rischi. Sul fronte delle infrastrutture, ad esempio, si è appreso ieri che l’80% delle opere previste nel dossier presentato al Governo hanno già una copertura finanziaria essendo parte del più ampio dossier-Lombardia da tempo al centro di finanziamenti nazionali. Ma c’è un 20% di opere infrastrutturali connesse che hanno un costo superiore alla stima preliminare. Si tratta di 10 su 17 opere tra viarie, ferroviarie e metropolitane elencate in ordine di priorità e finanziate dalla Legge Obiettivo. Riguardano l'accessibilità diretta al sito dell'Expo dalla città, dalle autostrade e da Malpensa, ma sono anche quelle, come Brebemi, Tem e Pedemontana, che contribuiscono ad alleggerire il traffico d'ingresso in città. Nel dossier si ipotizzava un investimento di 10,100 miliardi di euro. Ne occorrono invece 11,390. Mancano all’appello risorse per 2 miliardi e mezzo. «Venerdì mattina al Cipem il sottosegretario Castelli porterà una informativa per le opere necessarie per Expo. È un passo avanti, si accende il motore e al prossimo giro spero si possa portare un progetto di massima per il finanziamento», ha assicurato il ministro per le Infrastrutture e Trasporti, Altero Matteoli.

LE PRIORITA’
Dalla riunione di ieri sono emerse anche le priorità per Milano e per l’Expo. Oltre alle 17 opere elencate, sono state inserite come urgenti tutte quelle che riguardano l'accessibilità diretta al sito dell'Expo dalla città, dalle autostrade e da Malpensa, ma sono anche quelle, come Brebemi, Tem e Pedemontana,

TRASPORTO PUBBLICO
Non marginale anche il tema del pendolarismo lombardo. «Oggi abbiamo segnalato a Matteoli quanto sia in grave sofferenza il trasporto per i pendolari in Lombardia», ha spiegato l'assessore Raffaele Cattaneo. «Le nuove inaugurazioni di questi ultimi giorni come il passante di Rogoredo, ma anche il raddoppio della Carnate-Airuno - sottolinea Cattaneo - consentono il potenziamento del trasporto su ferro, ma hanno bisogno dello scioglimento del nodo delle risorse e delle regole». Anche su questo, ha precisato Formigoni, «il ministro si è impegnato ad aprire un tavolo con le Regioni alla ripresa autunnale dei lavori».

Le sirene del 2015 e i morsi della crisi.

Written by Redazione on 21:19

(Cronaca qui) Forse hanno ragione i sindacati quando affermano che si parla troppo di Expo e troppo poco della crisi industriale che è piombata sul Milanese. Di fronte al grande evento del 2015 le istituzioni sembrano più impegnate ad affrontare i problemi di lungo periodo che quelli ormai dietro l’angolo, dei quali già ora le imprese e i lavoratori avvertono i morsi.

Già, i denti acuminati della crisi per ora mordono, ma da settembre potrebbero cominciare ad affondare nella carne del tessuto produttivo, strappando alle aziende risorse e competitività, che sono tutto per poter restare sul mercato. In piena estate la situazione è la seguente: 107 imprese praticamente in ginocchio, 2.500 operai a rischio, raddoppio della cassaintegrazione. La macchina industriale milanese si sta inceppando e non pompa più come un tempo.

Questa è la realtà, e a sottovalutarla, magari facendosi distrarre dalle sirene dei grandi eventi, si commetterebbe un errore madornale. Perché, a meno di un miracolo, in autunno cominceremo a contare le vittime, tra le imprese costrette a chiudere e i lavoratori licenziati o congelati nel freezer degli ammortizzatori sociali. Non dimentichiamo che dietro i freddi numeri della crisi ci sono i volti delle famiglie. Quelle che campano di lavoro vero per mandare i figli a scuola e assicurare loro un avvenire. Quelle che fanno la spesa calcolando anche i centesimi per non sforare il budget e si possono permettere una vacanza di qualche giorno magari senza ombrellone e lettino sulla spiaggia.

Queste famiglie, già ora massacrate dal carovita, rischiano grosso. Insomma, la crisi dovrebbe essere affrontata a viso aperto a partire da questi giorni. Invece, l’impressione è che si stia prendendo tempo, per poi intervenire, come spesso capita in questo Paese, quando le cose sono ormai precipitate nel baratro.

L’emergenza lavoro è appena cominciata, ma sempre di emergenza si tratta, se è vero - e lo è - che coinvolge imprese tradizionalmente sane come quelle milanesi e lombarde. Forse sarebbe meglio sedersi attorno a un tavolo. Che non sia, però, quello da poker.

Rho-Gallarate e M4 tra le priorità per l'Expo.

Written by Redazione on 21:08

Il ministro Matteoli: «Bene la Lombardia, corre tutta dalla stessa parte». In autunno governo e Regione Lombardia firmeranno un'intesa sulle opere da realizzare. In lista anche la provinciale Rho-Monza.
(Il Corriere della Sera) Governo e Regione Lombardia in autunno firmeranno un'intesa sulle opere da realizzare. Il governatore Roberto Formigoni ha dato l'annuncio oggi, a conclusione dell'incontro con il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli. Alla riunione hanno partecipato il sindaco Letizia Moratti, il presidente della Provincia Filippo Penati, il sottosegretario alle Infrastrutture Roberto Castelli, nonché il presidente di Anas Pietro Ciucci e l'amministratore delegato di Ferrovie dello Stato Mauro Moretti. A Matteoli, la Regione ha confermato un dossier che fotografa lo stato dei lavori: 106 schede con il dettaglio dei progetti, dei costi, dell'apertura dei cantieri.

FIRMA IN AUTUNNO - «Il risultato concreto che portiamo a casa oggi - ha spiegato Formigoni - è l'impegno che il governo ha assunto di andare in autunno alla sottoscrizione di un'intesa generale quadro fra il Ministero e Regione Lombardia per dettagliare tempi di realizzazione e impegni di ciascuno». Sono tre gli argomenti trattati durante l'incontro di oggi: le opere connesse all'Expo, il trasporto pubblico locale e le opere prioritarie per la Regione. Dalle oltre tre ore di confronto e consultazioni è uscita una lista di 17 opere connesse all'Expo (quelle cioè che non riguardano il sito, ma lo mettono in collegamento con la città e le reti che la attraversano e servono) elencate con un ordine di priorità, pronta per essere inoltrata alla prima riunione del Cipem, prevista per venerdì. L'atteggiamento delle amministrazioni locali è piaciuto al ministro Matteoli, che non ha mancato di rilevare di aver «trovato una regione che corre tutta dalla stessa parte» e che «si muove nel modo giusto».

LINEA M4 E PROVINCIALE 47 - Per Letizia Moratti, l'incontro è stato «molto positivo» e ha permesso di ordinare gli interventi infrastrutturali in vista dell'Expo 2015 secondo un criterio di priorità. Al primo posto figura il triplicamento della linea Rho-Gallarate, seguito dalla nuova linea metropolitana M4 Policlinico-Linate e dalla Strada Provinciale 47 Rho-Monza. A seguire tutte le altre, per un totale di 17 opere connesse già previste dal dossier Expo per le quali è stato calcolato un costo di oltre 11 miliardi di euro. «È stato un incontro molto positivo e operativo - ha detto Letizia Moratti - che addirittura anticipa la riunione Cipem, perché con il ministro Matteoli e con il presidente Formigoni abbiamo condiviso le priorità delle opere connesse, cioè di quelle opere che non riguardano direttamente il sito Expo ma che hanno la caratteristica di collegarlo con la città, le reti viaria e ferroviaria intorno alla città e l'aeroporto».

Paolo Glisenti: 4 miliardi di euro da spendere e l'ombra del crack Carolco.

Written by Redazione on 21:04

carolco rcs video glisenti (02blog) Paolo Glisenti, l’uomo da 4 miliardi di euro, il Creso che gestirà gli appalti per l’Expo del 2015, viene dipinto oggi su Repubblica come una specie di Cardinale Richelieu alla corte di Donna Letizia. E oltre ad un ritratto affidato ad alcuni insider che lo definiscono come permalosissimo, intelligente e dalla sfrenata ambizione, vengono fuori alcuni dettagli che noi vi avevamo raccontato in passato, e qualche novità che ignoravo.

Come la vicenda del buco Carolco-RCS Video. Vediamo se il primo di questi due nomi vi dice qualcosa. Si, ve lo dice, ma non realizzate bene cosa. La Carolco era una casa cinematografica americana che aveva sfornato capolavori come Rambo I e II, Terminator, Atto di Forza e Angel Heart. A un certo punto a metà anni novanta la Carolco va in bancarotta: le nuove generazioni non verranno più plagiate subliminalmente dal loghino che vedete qui in alto.

E Glisenti in tutto questo che c’entra? C’entra, perchè al tempo lui è in RCS Video, e insieme a Luca di Montezemolo opta per acquistare quote sempre più alte della Carolco. Risultato: un buco finale di 350 miliardi di lire nelle casse di via Rizzoli. Ma il pasticcetto con la Carolco non lo ferma: e si prosegue.

Fino ai tempi di Stream, ricordate la fallimentare pay tv di qualche anno fa? Bene: siamo nel 1999 e Paolo Glisenti e Letizia Moratti - al tempo consulente di Rupert Murdoch - riescono ad organizzare un meeting romano tra il tycoon austrialiano e Romano Prodi, e poi a indirizzare al meglio gli acquirenti francesi di Vivendi.

Gran finale, pochi mesi fa, le intercettazioni in cui Letizia Moratti si lamenta con Saccà, per la vicenda del provino di Eliana Miglio, la moglie dell’uomo da quattro miliardi di euro. In sintesi secondo il quotidiano di Scalfari: un personaggio capace di restare a galla malgrado qualche insuccesso, e capace di tessere una serie di relazioni fondamentali in certi ambienti. Speriamo riesca a sfruttarle al meglio per l’Expo.

Saragozza 2008: costruita per essere riciclata.

Written by Redazione on 19:21

L'esposizione internazionale dell'acqua in corso in Spagna è l'inizio di un progetto di sviluppo sostenibile che cerca di integrarsi nel territorio. Centosette Paesi presenti e nessuno spreco concesso.

(Cafèbabel) All'inizio del Ventunesimo secolo, l'acqua sporca provoca ancora morti ogni giorno, aggiudicandosi così il secondo posto tra le cause di decesso infantile. L'Esposizione Internazionale che è in corso a Saragozza (dal 14 Giugno al 14 Settembre 2008), è incentrata sull'importanza di questo elemento e sullo sviluppo sostenibile. Tutta la sua costruzione e successiva riutilizzazione sono state pensate per dimostrare che un'alternativa concreta al consumo irresponsabile è possibile.
L'evento si svolge nella zona di Ranillas, in un recinto di 120 ettari sulla riva dell'Ebro, uno dei fiumi con maggior portata della Spagna. Lo scopo di questa scelta? Riallacciare i legami tra la città e la sua periferia, ma in equilibrio con l'ambiente. Tutte le attività, le attrezzature e i servizi organizzati nell'ambito di questa manifestazione hanno un'unica protagonista: l'acqua.

L'esempio di Siviglia
Secondo il Bureau International des Expositions (Bie) con sede a Parigi, Siviglia è la città che meglio e più in fretta ha saputo riutilizzare le strutture di un'Esposizione Universale. Al contrario, a Montreal (Canada), trent'anni dopo l'Esposizione ci si chiede ancora come utilizzare le infrastrutture create; ad Hannover (Germania), la decisione di dare un uso definitivo alle installazioni dell'Esposizione ha portato ad una crisi politica, mentre a Lisbona si è voluto optare per un riutilizzo quasi totalmente di tipo residenziale. Siviglia, in soli 16 anni, è riuscita a convertire l'isola della Cartuja, ovvero il territorio della Expo 92, in un parco scientifico e tecnologico. Tuttavia, non mancano le critiche: le lamentele e la mancanza d'intuizione da parte delle diverse entità pubbliche e private hanno provocato perdite importanti all'epoca dei primi lavori. Inoltre, i padiglioni furono venduti, affittati o distrutti senza seguire un filo estetico conduttore.

Equo e solidale
Il padiglione del Marocco, costruito per l'expo universale di Siviglia, è oggi la sede dell'associazione Las tres culturas. La capitale Aragonese, Saragozza, imparando dagli errori altrui, non vuole lasciare che passi troppo tempo prima di decidere sul futuro delle strutture della sua Esposizione. Come? Con una decisa filosofia anti-spreco. Saragozza aveva già progettato, prima ancora della costruzione di installazioni e padiglioni, un piano che prevede fino alla riutilizzazione degli addobbi delle facciate per le zone verdi del futuro parco imprenditoriale. In questo modo, ogni vicolo, fontana e giardino, farà onore al tema di questa Esposizione: lo sviluppo sostenibile.
Centosette Paesi saranno rappresentati da altrettanti padiglioni, progettati per essere convertiti in quello che sarà il parco imprenditoriale più importante e moderno d'Europa. Si sta esaminando la possibilità, sebbene non ancora confermata, che la sede centrale degli uffici dell'Esposizione diventi la sede ufficiale delle Nazioni Unite per lo sviluppo del progetto "Il decennio dell'acqua".

Ma non è solo l'architettura ad votarsi allo sviluppo sostenibile: oggetti quotidiani come lo zucchero e il caffè provengono dal commercio equosolidale, le posate sono biodegradabili e alcuni materiali, come ad esempio le borse, sono costruiti con fecola di patate. La Jones Lang LaSalle e la King Sturge sono le agenzie internazionali incaricate di gestire in esclusiva la successiva vendita o affitto degli edifici costruiti per l'evento. Secondo fonti di entrambe le compagnie, «abbiamo accettato la sfida di commercializzare la fase post-Esposizione con l'obiettivo di dare continuità ad uno dei progetti più importanti della città di Saragozza» che, proprio come ha dichiarato l'organizzazione, non deve concludersi nel Settembre del 2008.

In attesa dell'Expo di Milano 2015, l'esempio di Saragozza 2008.

Written by Redazione on 19:30

(Nicole Cavazzuti - Affari italiani) Mentre Milano festeggia la fresca conquista dell'Expo 2015, Saragozza si prepara ad aprire i cancelli, fra poco più di un mese, dell'edizione 2008. Che ha letteralmente cambiato il volto del tranquillo capoluogo dell'Aragona (poco più di 667mila abitanti) e ha determinato la riqualificazione delle sponde del fiume Ebro.

E mentre nella metropoli lombarda si parla del rilancio della navigazione sui Navigli, c'è da augurarsi che i tecnici inviati da Letizia Moratti studino attentamente il "modello Saragozza" in vista dell'inizio dei lavori per l'Esposizione del 2015.
A proposito di acqua, si chiama Fluvi la mascotte ufficiale di Expo Zaragoza 2008. Il nome non inganna: si tratta di una goccia d’acqua, disegnata dal professor Sergi López, simbolo di trasparenza e di fluidità.
E non c’è da stupirsi: la manifestazione internazionale in programma dal 14 giugno al 14 settembre 2008 sarà tutta incentrata sull’acqua e sullo sviluppo sostenibile. Così come quella che ospiterà Milano nel 2015 sarà dedicata all'alimentazione.

Ma torniamo all'Expo spagnola, per la cui inaugurazione è ormai tutto pronto. Siamo nel meandro di Ranillas, nella parte occidentale della città a due chilometri e mezzo dal centro storico, una zona circondata dal fiume Ebro, a lungo abbandonata. È qui che dopo intensi lavori di bonifica è stato costruito il recinto dell’Esposizione, disposto su oltre 140 ettari di superficie e organizzato in tre aree.

Quella centrale (25 ettari), tra la Ronda del Rabal e il fiume Ebro, ospita il Palazzo dei Congressi, l’Acquario fluviale (permanente) e i vari padiglioni, tra cui quello destinato ai Paesi internazionali, diviso in otto macro aree. Per un viaggio sensoriale tra Isole e coste, Oasi, Ghiaccio e neve, Grandi fiumi e pianure fluviali, Boschi temperati, Selve tropicali, Montagne e altipiani, Praterie, steppe e savane.

Intorno all’area centrale c’è il Parco Metropolitano dell’Acqua (125 ettari), attrezzato con centro termale, campo da golf, spiaggia e canali per praticare canoa, rafting, torrentismo. Mentre a collegare simbolicamente il Parco al Recinto ci pensa la Torre dell’Acqua, ben 73 metri, tutta in vetro su una base a forma di goccia d’acqua, sede dell'esposizione centrale dell'Expo “Acqua per la vita”, realizzata per comprendere l'importanza dell'acqua e il suo rapporto con l'uomo. Imboccando il ponte-padiglione progettato da Zaha Hadid eccoti sulla sponda destra: di fronte a te c’è la Stazione Ferroviaria Intermodale Delicias.

Il conto alla rovescia sta per cominciare: saranno più di 3.400 le iniziative concentrate nei 93 giorni della manifestazione. E non ci saranno solo dibattiti e conferenze ma anche sfilate di carri, spettacoli di danza e di teatro, concerti di musica (il biglietto giornaliero costa 35 euro, ma ci sono i carnet per 3 giorni a 70 euro; www.expozaragoza2008.es).

E dopo l’Expo? Il recinto verrà trasformato in un parco culturale e scientifico dove convivranno le installazioni sportive dell’adiacente parco naturale e i padiglioni convertiti in uffici; mentre il Palazzo dei Congressi continuerà invece a essere usato come centro per convegni. Ma il progetto più ambizioso riguarda l’Ebro, che forse tornerà ad essere navigabile: “Nell’ambito degli obiettivi di promozione delle acque e dello sviluppo sostenibile è stato proposto di ripristinare la navigabilità del fiume Ebro”, ha promesso la parlamentare del PSE Inés Ayala Sender. E le premesse ci sono tutte.

Bianchi Clerici( Rai): "Con l'Expo si farà a Milano un nuovo centro di produzione".

Written by Redazione on 19:24

"Costruiremo un centro di produzione nei padiglioni dell'Expo. La Rai deve essere il broadcaster di tutta la manifestazione". Giovanna Bianchi Clerici, consigliere Rai in quota Lega Nord (per la quale la riconferma sembra scontata), intervistata da Affaritaliani.it, spiega nel dettaglio quale sarà il futuro dell'azienda nel capoluogo meneghino. E annuncia: "Il nuovo Governo avrà una sensibilità per il Nord che negli ultimi due anni è mancata".

La vittoria dell'Expo, il nuovo governo (con tanta Lega dentro). Che cosa cambierà per la Rai?
L'Expo è un appuntamento fondamentale: arriveranno finanziamenti agevolati e nuove progettualità. E' importante, in questo contesto, che la Rai riesca ad essere il broadcaster internazionale che farà da service per tutte le televisioni e i mezzi di comunicazione che seguiranno l'evento Expo. Partendo da questa strategia di base, l'idea è di essere insediati in uno dei padiglioni che saranno costruiti per l'Expo. Durante lo svolgimento sarebbe il centro dei mass media, una volta conclusa la manifestazione, potrebbe diventare il nuovo centro di produzione Rai di Milano.

E per la storica sede di Corso Sempione?
Le due cose non si escludono. E' già in corso un progetto di ristrutturazione e ammodernamento. Tra l'altro la sede di Corso Sempione ha il vantaggio di essere nel cuore della città, oltre che nel cuore dei giornalisti. E' un palazzo storico nel quale si potrà andare avanti ad operare come si fa oggi. La nuova sede dell'Expo diventerà invece il luogo degli studi per le grandi produzioni che attualmente Rai sta facendo in via Mecenate, in particolar modo di RaiDue, come l'Isola dei Famosi, X Factor, Quelli che il calcio. Via Mecenate è una bella sede, ma non è di proprietà della Rai.

Si continua a parlare con insistenza di uno spostamento di RaiDue a Milano.
E' una cosa che dovrà valutare il prossimo Cda. Non sarebbe strano: RaiDue ha già il 70 percento delle produzioni a Milano. Uno spostamento realizzato negli ultimi tre anni, senza penalizzare gli studi di Roma che sono al limite del sovraffollamento. Dopodiché decidere di spostare del tutto la direzione della rete è una valutazione che farà il prossimo Cda.

Insomma, è una buona idea...
Sì, certo, ma non fossilizziamoci. Ci sono anche altre possibilità Si tratta di valutare quali sono le esigenze aziendali. L'importante è avere a Milano un nuovo centro di produzione perché così non si può andare avanti. E, ancor più importante, è che la Rai abbia "un po' di testa" anche nel capoluogo milanese e non solo, come tradizionalmente l'ha sempre avuta, nella Capitale.

I costruttori milanesi: "A noi l´Expo".

Written by Redazione on 19:18

Assimpredil scrive al sindaco: gli appalti non vadano solo ai grandi gruppi. La replica da Palazzo Marino: "Trasparenza e partecipazione più ampia possibile". "Le imprese devono essere selezionate, chiediamo che l´indotto resti nel territorio".
(Luca Pagni - La Repubblica, edizione di Milano) Expo, la luna di miele è finita. Archiviati i festeggiamenti per la volata vinta contro i turchi di Smirne che hanno visto assegnare a Milano la manifestazione del 2015, è già tempo di scelte concrete nonché delle prime polemiche. Perché se è vero che mancano ancora sette anni all´evento, sarà nei prossimi mesi che si deciderà chi e come gestirà gli oltre 15 miliardi che saranno necessari per realizzare le opere dell´Expo, grandi infrastrutture comprese.
Non è un caso, allora, che i primi a muovere siano gli imprenditori del settore edile e delle costruzioni. E lo hanno fatto rivolgendosi a chi, nei prossimi giorni, andrà a Roma per chiedere al neopremier Silvio Berlusconi, poteri straordinari. Così, sul tavolo del sindaco Letizia Moratti è arrivata una lettera firmata da Claudio De Albertis, figura di riferimento del settore e presidente di Assimpredil, l´associazione di categoria. Una lettera in cui di fatto i costruttori chiedono una sorta di federalismo degli appalti, in modo che i fondi miliardari siano destinati almeno in parte alle imprese locali. E che non finiscano soltanto per finire nelle casse dei grandi gruppi, sia nazionali che internazionali.
Una lettera cui Moratti non ha ancora risposto. Anche se, indirettamente, una replica è arrivata ieri quando il sindaco, interpellata sulla società in via di definizione che governerà l´Expo, ha commentato: «Se sarà un´agenzia o una società, l´importante è creare un modello che, con procedure che garantiscono la massima trasparenza e la partecipazione più ampia possibile, sia in grado di realizzare tutto in tempi certi».
Una risposta che, di sicuro, non soddisferà i costruttori. Preoccupati, soprattutto, che i lavori non vengano assegnati soltanto in base alle dimensioni delle aziende o al massimo ribasso. De Albertis chiede, infatti, che si tenga conto della struttura delle società del settore: le prime 20 aziende dell´industria delle costruzioni milanesi, con l´esclusione di Impregilo, hanno fatturato mediamente 175 milioni di euro nel 2006.
La loro solidità patrimoniale, però, consente di dare maggiori garanzie sui lavori. Oltre ad assicurare una maggior trasparenza sulla composizione societaria, evitando tra l´altro infiltrazioni della malavita. Ma come prima cosa, De Albertis chiede che una parte dei finanziamenti miliardari serva per il rilancio dell´economia locale: «Come milanese - si legge nella lettera - auspico che l´indotto generato dall´aumento dei redditi e dei consumi sia una ricchezza investita nel territorio. Se saranno poste le condizioni per valorizzare le competenze delle nostre imprese saremo in grado di crescere e di porci come sistema di eccellenza del paese recuperando anche una maggiore capacità di penetrazione competitiva nei mercati internazionali».
Assimpredil si pone anche il problema di come rispettare i tempi dei lavori. Condizione essenziale per non fallire l´appuntamento di fronte al resto del mondo. Da qui la richiesta di porre come obbligo per chi si aggiudicherà le gare per i lavori legati all´Expo di una "adeguata" garanzia finanziaria: «Auspico che i meccanismi di gara stringenti imponendo condizioni di accesso ai bandi che pongano una selezione a monte delle imprese in grado di garantire il risultato. Mi riferisco, ad esempio, all´introduzione di una adeguata fidejussione a garanzia dell´ultimazione dell´opera entro i termini».
Infine, la richiesta forse più delicata, ma considerata essenziale da De Albertis per «conoscere con grande trasparenza la situazione di regolarità delle imprese». Che cosa chiede la lettera di Assimpredil? «È necessario che sia previsto un obbligo per tutte le imprese che lavoreranno nei cantieri dell´Expo di iscrizione fin dal primo giorno» alla Cassa edile della provincia di Milano, dove già sono iscritte oltre 10mila società per 60mila addetti, il cui «sistema informatico permette di conoscere con grande trasparenza la situazione di regolarità di ogni impresa».