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Presa di distanza dalle accuse di Berlusconi a Prodi. Superpoteri alla Moratti: tre mesi per far nascere la società che gestirà l'evento.
(Maurizio Giannattasio - Il Corriere della Sera) Pieni poteri a Letizia Moratti. Ieri, il Consiglio dei ministri ha istituito il Comitato di pianificazione dell'Expo nominando presidente il sindaco e confermando Paolo Glisenti come segretario. La Moratti avrà tre mesi di tempo per costituire la Società Expo, gettare le basi per la legge speciale per l'esposizione e preparare il budget del 2015. Dopo Parigi, subito Roma. I tre giorni di vacanza promessi da Gianmarco a sua moglie Letizia dovranno aspettare ancora. Ieri, è stata la giornata dei ringraziamenti. Quello più importante è per il presidente del Consiglio, Romano Prodi: «Nell'ultima giornata abbiamo fatto oltre 50 bilaterali, cui si sono aggiunte le telefonate di Prodi. Ci siamo sentiti sempre anche a notte fonda». Una chiara presa di distanza dalle parole pronunciate il giorno della vittoria da Silvio Berlusconi nei confronti del Professore. Fa lo stesso Roberto Formigoni: «Sarebbe impensabile vincere senza l'impegno del governo».
La Moratti va avanti. Ringrazia il ministro degli Esteri, Massimo D'Alema, «che ha messo a disposizione la rete diplomatica», e il ministro per le Politiche comunitarie e il commercio con l'estero, Emma Bonino, «che ha lavorato fin da subito, grazie alle sue relazioni solide, in aree delicate come quelle del Maghreb e del Golfo, che avrebbero potuto orientarsi verso la Turchia». Un ringraziamento particolare arriva anche dal cardinale Dionigi Tettamanzi: «Ringrazio il Signore e le persone che si sono impegnate a far sì che la nostra città possa avere un'occasione davvero straordinaria di sviluppo da ogni punto di vista, non solo edilizio ma anche morale e spirituale». Insomma, la vittoria di Milano «è un segnale della ripresa per il Paese», e non a caso il sindaco sottolinea come in Borsa il titolo della Fiera sia stato sospeso per eccesso di rialzo (+27%). «Da oggi comincia una fase di progetti. L'Expo vuole essere per tutti i Paesi, con l'obiettivo di rafforzare le relazioni economiche, scientifiche e culturali e aiutare i Paesi che ne hanno bisogno».
Nuova fase di progetti. E anche progetti da rivedere. Come la decisione di eliminare dal progetto la monumentale torre, alta oltre 200 metri, che sarebbe dovuta sorgere nei nuovi padiglioni dell'Expo. «Il simbolo di Milano 2015 non sarà la torre, ma un centro per lo sviluppo sostenibile in tutti i Paesi del mondo. La torre è un simbolo dei secoli passati». Al posto della torre la Moratti, come aveva spiegato dal palco del Centro congressi di Parigi, vuole creare una rete, di cui Milano rappresenta una maglia. Un network globale per aiutare i Paesi in via di sviluppo. Lo slogan: «Una casa, un ospedale, un'università per tutti». Non si capisce ancora che fine farà la torre. Se sarà ridimensionata o se sarà cancellata. Non verranno invece cancellati i progetti e gli investimenti per le infrastrutture.
La vittoria dell'Expo dà sicurezza anche a quei progetti ancora in ricerca di finanziamento. «Raddoppieremo le linee del metrò e le fermate— attacca l'assessore ai Trasporti, Edoardo Croci — metteremo in rete i metrò con il Passante. E ci trasformeremo sempre più in una città dalla mobilità sostenibile». C'è l'elenco e relativo cronoprogramma. La M5, tratta Garibaldi- Bignami, costo 561 milioni di euro, chiuderà i cantieri nel 2010. La M4, tratta San Cristoforo- Policlinico, costo 790 milioni, inizio cantiere 2008, fine lavori 2012. E via di seguito con i prolungamenti della M1, M2 e M3. Che sia veramente la volta buona?